Padre Francesco deNicolas.
V.Il padre Francesco intanto col suo immenso ardore in ajutar tutti, riempiè d’ammirazione tutta quella Città: mentre a guisa di facchino, scorrendo per le contrade, n’andava carico di materasse, ò sacconi per comodo dei malati, e s’accompagnava con quelli, che portavanli in sedia, ed egli stesso ne portò allo Spedale più d’uno.
VI.Usciva ancor di Città a recar soccorso à poveri contadini per la campagna. Egli intanto, come se poco patisse in vita così tribolata, si macerava il corpo con digiuni e flagelli per placare la Divina Giustizia. Tocco finalmente anch’esso, tollerò con somma pazienza una lunga agonia, la quale fu molto acerba, stante che fu cruciato nel corpo da cinque ulceri pestilenti: animando la sua pazienza con ripetere spesso: "E’ ben degno il paradiso che patiscasi qualche cosa".
VII.Morto che fu il padre Francesco deNicolas, la Città, come a suo carissimo Padre, col suono di tutte le campane a morto, gli celebrò in Duomo un solennissimo funerale accompagnato dai pianti di tutto il popolo.
Fotografia storica del Duomo, nell'aspetto barocco prima della ricostruzione esterna degli anni '30 in stile neogotico